Arpia a cavallo di un rospo, pietra arenaria della Gonfolina

Periodo: XVI

Dal repertorio antico delle creature mostruose, è riconducibile la figura nuda femminile che è stata associata ad un’arpia: tuttavia, il corpo non è d’uccello, ma vagamente leonino, provvisto anche di una lunga coda ricurva on gli arti inferiori che assumono la forma di pinne, propria delle sirene. Accovacciata su un rospo gigantesco con la bocca spalancata la donna si proietta in avanti con esuberante e drammatico vigore. La scultura era stata concepita come ornamento di una fontana da giardino a causa di un foro presente per il getto d’acqua che è stato praticato nella bocca del rospo. 

Pandolfo Titi, autore di una guida di Pisa del’ 700, riferisce che nel palazzo “de Signori Lanfranchi, stato fatto sul disegno che ne fece in quei tempi Michel’Agnolo Buonarroti famosissimo scultore, ed Architetto, quale essendo particolare amico di questi Signori, volle assistere in persona a tal Fabbrica, (…) vi è da vedere una bellissima Arpia per una Fontana, quale figura essere a cavallo di una Ranocchia, così ben fatta, e tanto al naturale che una, e l’altra paiono vive”.

Nessuna opera da mostrare