Madre e figlio, olio su tela

Periodo: XX

Dal 1939 Gianni Dova studiò al Liceo Artistico di Milano, iniziando a dipingere e frequentando gli ambienti artistici della città. Nel 1945 si iscrisse all’Accademia di Brera. L’anno seguente fu tra i firmatari del Manifesto del Realismo (Oltre Guernica), ma abbandonò presto l’astrazione cubista per avvicinarsi al concretismo, che però caricò di componenti immaginative. La sua pittura si evolverà poi, negli anni Cinquanta, verso lo spazialismo e la pittura nucleare, con effetti materici e dripping in dimensione formale. Dopo soggiorni a Parigi ed Anversa, si avvicinò a seguaci del Surrealismo e concretizzò la sua ricerca figurativa più caratteristica, quella definita dall’artista stesso in modi “metamorfici”.

Madre e figlio presenta un nucleo centrale che, con un assemblaggio di piani geometrici contenenti gli occhi caratteristici di Dova, evoca misteriose creature. Il colore è steso in maniera meno compatta, con uno stile sviluppato dall’artista a partire dagli anni Settanta; in questo periodo le sue opere nascono da una sempre più diretta meditazione sul mondo naturale vissuto, con un trionfo del colore dalle forti accensioni cromatiche.

Gianni Dova (Roma, 1925 - Pisa, 1991)



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