Fausto Ciompi Delle Notti, Lago di Carezza

Fausto Ciompi Delle Notti, Lago di Carezza, 1955, olio su tela, 88,5 x 70 cm

Fausto Ciompi Delle Notti può essere considerato uno dei tramiti della lezione di Vittore Grubicy nella Toscana del primo ‘900. L’artista di origine pisana si serve di una stesura pittorica meticolosa derivata dal linguaggio divisionista, che ha avuto modo di scoprire durante il suo trasferimento a Milano nel 1906, e si inserisce nella scia di Gaetano Previati e Giovanni Segantini, arrivando a privilegiare scorci paesaggistici scenografici quali il Lago di Carezza o il Lago di Verbano.
Proprio nella tela esposta a Palazzo Blu, davanti all’osservatore, si apre il paesaggio montano incontaminato del Lago di Carezza.
Ma quella che potrebbe limitarsi ad essere trattata come una delicata veduta paesaggistica, nelle mani di Fausto Ciompi Delle Notti acquista sentori soprannaturali ed incantati. Infatti, l’osservatore è catapultato all’interno di una visione che si sdoppia, vivendo contemporaneamente la stessa realtà due volte. Una di queste è rappresentata dal fitto bosco di abeti sul limitare del lago, l’altra è riflessa all’interno del lago stesso che, come un occhio, si spalanca a contenere la veduta maestosa del gruppo montuoso del Latemar baciato dai colori rosati del tramonto.
Viene quasi da domandarsi quale sia la vera realtà e quale un suo riflesso magico. Certamente, la presenza in primo piano di un centauro intento a dissertare in compagnia di una figura angelica, rende ancor più sognante il dipinto. Fausto Ciompi Delle Notti si è lasciato suggestionare dai meravigliosi colori del lago e, probabilmente, anche dalle leggende che sono fiorite intorno a questo luogo montano.

Biografia:

Fausto Ciompi Delle Notti (Pisa, 1884 – Orta, 1969) comincia a dedicarsi all’attività pittorica a inizio ‘900, segnando una svolta nel suo percorso con il trasferimento a Milano nel 1906, dove si inserisce nell’orbita del divisionismo lombardo, arrivando a conoscere Vittore Grubicy. Pittore solitario e poetico, privilegia tappe paesaggistiche monumentali come il Lago Verbano e quello di Carezza, che arriva a trasfigurare nei suoi dipinti in vedute sognanti e soprannaturali.
Dopo il ritorno a Pisa nel 1947, si trasferisce definitivamente nel Verbano a partire dal 1950.