Il diario per immagini di Adèle, una giovane francese nella Pisa dell’ Ottocento

Nelle collezioni di Palazzo Blu si trova un album di disegni di una giovane donna francese che descrisse con garbo una quieta Pisa ottocentesca. La scoperta di un carteggio ha permesso di identificare la donna in Adèle Poussielgue, ed è da quella scoperta che è nata, nel 2016, la mostra “Je vous écris de Pise”.
Il padre della petite Adèle (così veniva chiamata), uomo di fiducia di Napoleone, aveva visto Pisa nel 1797, durante una missione preparatoria alla campagna d’Egitto; la madre era nata a Versailles in un ultimo scampolo di vita di corte. Nel 1833 i due si preparavano a una vita ritirata, e i problemi di salute del capofamiglia fecero affiorare il ricordo di quella città lieta e abituata dal Grand Tour a un certo internazionalismo: Pisa; rifugio d’inverno di molti stranieri grazie a un clima così mite che “non vi si crederebbe”.
Adèle, timida e cagionevole, li seguì.
In una vita minuta, fatta di molte abitudini e di piccole distrazioni - le lettere, il gelato, la quotidiana partita a scacchi del padre con l’amico dottor Barzellotti- il disegno sembra un terreno di evasione. Quando è libera dalla cura dei familiari, Adèle traccia i profili cari della città - i lungarni, il campanile, le piazze - e le cose curiose, come la presenza diffusa di dromedari. Il suo segno indugia nei luoghi del cuore: San Giuliano, dove i Poussielgue passano tutte le estati; San Francesco, con quel chiostro così appartato e quella vista così maestosa.
Gli anni passano, Adèle cresce. Diventa amica delle figlie del granduca, e una delle dame di carità della granduchessa. Organizza con lei vendite di beneficenza, vi presenta i suoi lavori: “I miei disegni hanno successo, ne sono molto fiera” - scrive.
Muore la madre, muore un fratello lontano. Solo alla morte del padre, nel 1845, Adèle lascerà Pisa, la sua seconda casa, il luogo dove riposano i suoi genitori. “Tutti mi implorano di restare; [partire] rappresenta anche una grande tristezza”

 
Piazza dei Cavalieri, matita su carta, mm. 219x282 (iscrizioni: in basso a penna: “Piazza dei Cavalieri”; “Torre della Fame”; “Palazzo conventuale dei Cavalieri Carovanisti di Santo Stefano. 13 9bre 1838”)
 
La chiesa di San Sepolcro, matita su carta, mm 140x165 (iscrizioni: in alto a penna “Hujus operis fabricator Deustesalvet nominatur”; in basso a penna: “Pise 27 7bre 1840. Eglise du S. Sèpulcre construite par Diotisalvi Pisano en 1152”)
 
Il fanale di Livorno, matita su carta, mm.147x226 (iscrizioni: in basso a penna: “Phare de Livourne, 30 9bre 1838”)
 
Resti dell’acquedotto mediceo verso Asciano, matita su carta, mm.144x226 (iscrizioni in basso a penna: “11 luglio 1837. Restes d’un aqueduc antique près des bains de S.t Julien”)
 
Il giardino del Seminario, matita su carta, mm. 280x220 (iscrizioni: in alto a penna: “Jardin du Séminaire à Pise”; in basso a penna: “21 8bre 1840)
 
La chiesa di Santa Maria della Spina, matita su carta, mm. 206x281 (iscrizioni: in alto a penna: “S.M. della Spina. Pise 6 9bre 1838”)
 
L’ingresso alle Cascine, matita su carta, mm. 218x281 (iscrizioni: in basso a penna: “Entrèe des Cascine de Pise 1840”)
 
Nebbia sull’Arno, matita nera e colorate su carta, mm. 232x300 (iscrizioni: in basso a penna: “Pise. Brouillard sur l’Arno 1840”)
 
Tramonto sui lungarni, matita nera e matite colorate su carta, mm. 148x225 (iscrizioni: in basso, foglio di carta velina incollato con la scritta a penna “S.M. della Spina”; “Ponte a Mare”; “torre Guelfa. Pisa 1840”)
 
I bagni di San Giuliano, matita su carta, mm. 179x250 (iscrizioni in basso a penna: “Chapelle de l’etablissement des bains de S. Giuliano, 1937)
 
I lungarni, matita su carta, mm. 221x302 (iscrizioni: in alto a penna: “Pise 16 Mai 1837”; in basso a penna: “Vue prise du balcon de mon g.dpère Poussielgue)
 
Veduta della chiesa di San Francesco, matita su carta, mm. 145x225 (iscrizioni: in basso a matita “Pisa. 3 8bre 1840)
 
Veduta posteriore dell’appartamento di J.B.E Poussielgue nel Palazzo Parra, matita e acquerello su carta, mm. 226x146 (iscrizioni: in basso a penna: “Pise 6 9bre 1838”; su foglio azzurro a penna “Derriere la maison de mongrandpèere Poussielgue”)
 
Il chiostro di San Francesco, matita e acquerello su carta, mm. 144x154
 
La torre, matita su carta, mm. 281x217 (iscrizioni: in alto a penna: “Pise 7 9bre 1838. Campanile”