Il Recupero

Il restauro ha permesso di rispettare le strutture esistenti, migliorandone la funzionalità

Il progetto di recupero, conclusosi nel 2007, ha tenuto conto delle caratteristiche degli edifici, suddividendo il complesso in aree con diverse funzioni. Il corpo principale, prospiciente il Lungarno, ospita l'esposizione permanente delle collezioni d'arte (secondo piano), la dimora nobiliare e la Collezione Simoneschi (piano primo), la sezione dedicata all’archeologia e alla storia medievale (seminterrato) ed un ulteriore spazio per usi diversi al piano attico

I lavori hanno interessato le strutture del palazzo, sostituendo in alcuni casi i materiali molto degradati e, in altri, attivando operazioni di consolidamento indirizzate soprattutto alle scale principali, alle volte in mattoni ed a molti solai lignei. I pavimenti originali sono stati in buona parte restaurati e, dove ciò non era possibile, ricostruiti con materiali analoghi. Restaurato anche l'importante apparato decorativo per un totale di oltre 800 metri quadri di superficie che occupano più di venti ambienti. Sono stati inseriti quattro nuovi ascensori e due scale, smontato e ricostruito il tetto con una nuova orditura di travi e travicelli di legno, sulla quale è stato ricollocato il vecchio manto di tegole di cotto e realizzati blocchi di servizi a ogni livello.

La parte del complesso edilizio maggiormente degradata era quella degli edifici di scarso pregio retrostanti il Palazzo principale. Una serie d'interventi ha recuperato numerosi ambienti destinati, assieme alle scuderie, alle esposizioni temporanee e all'auditorium. È stato realizzato anche un suggestivo spazio, una corte interna, coperto da un grande lucernario, e sono stati recuperati lo spazio retrostante del cortile e il prospetto dipinto delle scuderie.
Importante è stato anche l'intervento sugli impianti dell'intero complesso, progettati per non incidere in maniera invasiva sulle strutture storiche. In particolare, sono stati realizzati un sofisticato sistema termo-idraulico ed uno meccanico, in grado di soddisfare le esigenze espositive della struttura per il controllo della temperatura, del ricambio dell'aria e del grado d'umidità relativa degli ambienti.

Gli interventi sono stati realizzati seguendo criteri di semplicità, senza prevaricare lo spazio antico e con una progettualità leggera eppure riconoscibile, come nel caso della grande vetrata di collegamento tra il palazzo e le vicine scuderie. La particolare colorazione "celeste color del cielo" dell'esterno del palazzo, risalente alla fine del ‘700, è stata riproposta con la tecnica "a fresco" tipica dell'epoca.