La mostra di Palazzo Blu, dedicata alle illustrazioni di Lorenzo Mattotti, nel 2018, ha assunto i contorni di un vero e proprio viaggio nei meandri dell'animo umano.
In Jekyll e Hyde, liberamente tratto dall'opera di Robert Louis Stevenson, Mattotti ha ritmato le tavole con volti espressivi, corpi deformati e colori accesi, che ricordano l’iconografia di Francis Bacon, Otto Dix e Pablo Picasso, e restituiscono la perfetta atmosfera di una società perversa e dominata dal tema della doppiezza.
In continuità con il clima inquietante dell’opera precedente, nel Corvo, ispirato a Edgar Allan Poe e nato dalla collaborazione con il cantante Lou Reed, l’artista ha narrato il lato misterioso di un personaggio in bilico tra paura, smarrimento e sensi di colpa. Magistrale nel mescolare diverse tecniche e nell’alternare il registro dei colori, Mattotti ci ha traghettato fino all’epilogo salvifico, rappresentato dall'intervento di un angelo su uno sfondo rasserenante blu.
Proseguendo nella terza sala, i canti dell'Inferno di Dante si sono materializzati in surreali metamorfosi. E l'immagine della selva minacciosa, con il poeta soffocato tra rami e tronchi, ha fatto da prologo all’ultima tappa del nostro percorso: la vicenda di Hänsel e Gretel.
Apoteosi del viaggio iniziatico, la versione della favola dei fratelli Grimm ha evidenziato la potenza segnica dell'approccio pittorico di Mattotti (quasi una reminescenza dell’artista Jackson Pollock), nell'esprimere, con il contrasto di bianco e nero, il misto di paura e coraggio che si provano ad attraversare una foresta.
Con il suo universo creativo, Mattotti si è rivelato ai nostri occhi un grande artista, capace di far affiorare il nostro buio interiore, ma anche la luce che ci dà l'energia per resistere ogni giorno.