Lungo il Nilo. Ippolito Rosellini, la Spedizione Franco-Toscana in Egitto (1828-1829) e la nascita dell’egittologia moderna. Dieci anni fa Palazzo Blu ha ospitato una mostra che ricostruiva, per mezzo di un’imponente quantità di documenti spesso inediti, l’esaltante avventura vissuta lungo il Nilo da Jean François Champollion (1790-1832) e Ippolito Rosellini (1800-1843), che aprì le porte all’egittologia moderna. A soli 32 anni Champollion aveva decifrato per primo i geroglifici, ponendo le basi per la conoscenza della misteriosa cultura egizia; il giovane Rosellini ne fu da subito entusiasta, e così intelligente propugnatore da spingere il Granduca di Toscana a creare per lui la cattedra di Egittologia all’Università di Pisa (1826): la prima cattedra al mondo in questa disciplina. Nel frattempo Jean François e Ippolito si conobbero, e - tra mille ostacoli - organizzarono una spedizione che percorse il Nilo da Alessandria fino agli avamposti più interni della civiltà egizia (1828-29) (1828-29): si trattava di una spedizione nuova e feconda, la prima compiuta con strumenti adatti alla conoscenza, e mossa da un grande spirito di collaborazione. Gli illustratori al seguito, francesi e toscani, si scambiarono di continuo disegni e informazioni, mentre botanici di rango raccoglievano esemplari di flora e Ippolito, nei suoi diari, annotava sistematicamente ogni dettaglio di quell’incredibile Poco dopo il rientro in Europa, a soli 42 anni, Champoillon morì. Il compito di elaborare l’enorme mole di informazioni travolse il solo, addolorato, Ippolito: dodici anni di lavoro immane, tutto il resto della sua breve vita, lo portarono a pubblicare i nove volumi dei Monumenti dell’Egitto e della Nubia: ancora oggi, fondamento riconosciuto dell’archeologia egiziana dall’imperituro fascino e fonte costante di interesse per gli studiosi.viaggio di scoperta. Poco dopo il rientro in Europa, a soli 42 anni, Champollion morì. Il compito di elaborare l'enorme mole di informazioni travolse il solo, addolorato, Ippolito: dodici anni di lavoro immane, tutto il resto della sua breve vita, lo portarono a pubblicare i nove volumi dei Monumenti dell'Egitto e della Nubia (1832-44): fondamento riconosciuto dell'archeologia egiziana dal fascino eterno e fonte costante di interesse per gli studiosi.