Steve Lacy. Giancarlo Nino Locatelli

domenica 17 novembre 2024, ore 11.00
Auditorium Palazzo Blu

Conversazione introduttiva a cura di Francesco Martinelli

Se oggi il sassofono soprano è così diffuso nel jazz, lo si deve alla curiosità musicale di Steve Lacy (1934-2004), il cui esempio spinse persino John Coltrane a imbracciarlo. Lacy, inizialmente ispirato da Sidney Bechet, iniziò la sua carriera giovanissimo a New York, suonando con figure del jazz tradizionale come Rex Stewart e Henry “Red” Allen. Dopo aver incontrato artisti come Cecil Taylor e Thelonious Monk, Lacy si dedicò a sviluppare un proprio linguaggio musicale, collaborando con una vasta gamma di musicisti, tra cui il trombonista Roswell Rudd, l’arrangiatore Gil Evans, Mal Waldron, George Lewis, Misha Mengelberg, Evan Parker, Joëlle Léandre e Alexander von Schlippenbach. Specialista dei concerti in totale solitudine, ha mantenuto viva e rilanciato la musica di Herbie Nichols.

A Pisa ha suonato per la prima volta nel 1976, al Circolo Alberone, dopo che i così detti “autoriduttori” avevano interrotto la rassegna al Giardino Scotto. E’ poi tornato negli anni successivi con performance memorabili come l’accompagnamento ai film muti di Buster Keaton, ed ha ricevuto la cittadinanza onoraria nel 1986 dall’allora sindaco Giacomino Granchi.


Giancarlo Nino Locatelli Improvvisatore, compositore, clarinettista, è nato il 12 Novembre 1961. Ha ricevuto le prime lezioni di musica dal padre, fisarmonicista. In seguito ha studiato pianoforte e, nel 1985, si è diplomato in clarinetto al conservatorio «Dall’Abaco» di Verona. Fra i molti musicisti coi quali ha suonato ricordiamo Steve Lacy, Wolfgang Fuchs, Paul Lovens, Peter Kowald, Barre Phillips, Biggi Vinkeloe, Peter Friis Nielsen, Peeter Uskyla, Steve Piccolo, Eliott Sharp, Zeena Parkins, Wadada Leo Smith.

“Il mio rapporto con la musica di Steve Lacy non è occasionale. È stata per me la “porta”.
Dal 2009, col titolo So Long! Ho presentato varie volte un solo su sue composizioni utilizzando il clarinetto basso. Nell’estate del 2013, in montagna, ho registrato il solo con il clarinetto in SIb trovando una dimensione spoglia, nuda e cruda che segna un punto importante nel mio personale processo con la musica di Steve.” (Giancarlo Nino Locatelli)