Iniziò da giovane a dipingere e scolpire imparando nelle botteghe artigiane e presso un parente scalpellino in Veneto. Esordì nel 1925 alla Mostra d’arte triveneta, ma decisivo per la sua formazione fu il trasferimento a Roma, dove nel 1926 frequenta la scuola libera del nudo alla Accademia di via Ripetta. Nella capitale entra in contatto con Scipione, Mario Mafai, Antonietta Raphael e frequenta anche gli artisti di villa Strohl-Fern, in particolare Arturo Martini. Esponente attivo della Scuola Romana, alle cui tematiche si rifà la sua produzione pittorica concentrata specialmente in questi anni; insieme a Scipione fondò la rivista «Fronte», uscita nel 1931. Dal 1935 si dedica pressoché esclusivamente alla scultura. Numerose le partecipazioni a importanti rassegne nazionali e internazionali, presente alla Biennale di Venezia nel 1948 e nel 1956 conuna antologica. La convinzione di una funzione civile della scultura lo porterà nel dopoguerra a progettare e realizzare numerosi monumenti pubblici, in particolare dedicati alla Resistenza.
La sua adesione al linguaggio realista è caratterizzata da forti accenti espressionisti, non privi di una visione criticamente aspra della realtà, che verso la fine degli anni Trenta si caricano di accesa ironia, in opposizione alla guerra e alla retorica fascista. In questa litografia interpreta il tema dei cavalli con un disegno chiaroscurato dai tratti veloci, carico di dinamismo ed indomita energia vitale.