La produzione litografica di Viviani occupa all’incirca l’ultimo decennio dell’attività dell’artista: i temi, i soggetti delle sue meditazioni rimangono in gran parte invariati, ma le possibilità espressive insite nell’uso del colore che la Litografia gli permetteva lo attrassero in profondità, forse inducendolo a pensare di poter in questo modo raggiungere quel pubblico che lo aveva sempre visto come un virtuoso incisore, ma mai pienamente come un pittore.
Come già annotava l’amico Russoli “colori inventati, ma sempre nati dalla correspondance sentimentale con i temi raffigurati, colori aspri e morbidi, vellutati o acri – variabili, su una continua coerenza di stile…”. Permane, infatti, l’osmosi continua con i suoi dipinti: il poeta, il ciclista, la bicicletta, la venexiana sono altrettanti titoli di dipinti realizzati tra gli anni Quaranta e Sessanta con lievi differenze che nulla aggiungono e nulla tolgono alla maniera vivianesca già consolidata e conosciuta al pubblico. E come se il momento della ricerca si fosse fermato molto tempo addietro: Viviani dipinge con sempre più larghe campiture, litografiche appunto, cosicché le sue litografie risultano in effetti il suo ultimo prodotto pittorico.