Fin dagli anni Trenta inizia anche la sua attività di disegnatore e illustratore per riviste culturali e pubblicazioni che continuerà per l’intera carriera. A Pisa Gentilini espone nel 1979, al vertice di una carriera costellata di riconoscimenti internazionali, in una personale alla Galleria Macchi e a questa città dedica diverse pitture raffigurando i monumenti di Piazza dei Miracoli, che si inseriscono tra l’iconografia più tipica dedicata alle architetture di chiese, cattedrali e battisteri.
La serie di stampe in Collezione testimonia la produzione grafica di Gentilini, praticata specialmente con le tecniche dell’acquaforte e della litografia e legata spesso alla illustrazione editoriale. La grafica, praticata dal 1955 e intensificata soprattutto negli anni Settanta, ebbe un ruolo rilevante per la diffusione della sua opera. Le litografie a colori richiamano, pur restando nella dimensione piana del foglio, la tecnica peculiare della pittura di Gentilini, che applica sulla tela impasti di sabbie e colla rendendo la superficie granulosa e su di essa con la successiva stesura pittorica crea infinite sfumature e vibrazioni tonali. Gentilini inventa così per le sue figure una personale dimensione spaziale, sognante ed evocativa. Il disegno e il sapiente uso del colore rimangono alla base della sua pittura, come riassumono le litografie dei volti femminili: il disegno, sia estremamente evanescente o più netto e definito, delinea le forme, il colore le modella e rende vive.