Ernesto Treccani nacque a Milano il 26 agosto 1920. Pur avendo intrapreso studi di stampo scientifico presso la facoltà di ingegneria, si unì, giovanissimo, ai gruppi di avanguardia artistica esprimendo un forte impegno sociale e una dichiarata attività politica antifascista, che lo portò a fondare nel 1938 la rivista «Corrente», da lui diretta fino al 1940. Intorno a quella data iniziò anche la sua carriera artistica con l’esposizione di alcuni suoi lavori già nel 1941 alla collettiva tenuta appunto alla Bottega di Corrente. Le opere di questa prima fase denunciano una riflessione sui modi e il linguaggio di Van Gogh, Cézanne e Picasso e un’attenzione particolare per le ricerche di Morlotti e Cassinari. Terminata la guerra e la Resistenza, cui prese parte attiva, fondò una nuova rivista, «Il ’45», oltre che il gruppo “Pittura”. Già nel 1948 la sua attenzione si era rivolta verso tematiche urbane che, polemicamente, denunciavano la desolazione e l’annichilimento prodotto dalla realtà industriale. Lo stesso anno, in occasione della dura repressione che si scatenò nel Mezzogiorno in seguito all’occupazione dei latifondi incolti da parte dei braccianti, Treccani partì per la Calabria, fermandosi soprattutto a Melissa. Il soggiorno nel meridione d’Italia diede vita ad una serie di opere in cui il protagonista indiscusso è l’uomo: attorno alla sua figura ruota l’esigenza di denuncia e al tempo stesso convive in lui la speranza di un rinnovamento sociale. In questi stessi anni si collocano una serie di soggiorni a Parigi che da questo momento divenne uno dei punti di riferimento per la sua pittura. Gli inizi degli anni ’50 lo videro a capo della rivista «Realismo». La crisi ideologica che coinvolse Treccani, in seguito all’invasione dell’Ungheria nel 1956, lo portò ad abbandonare il realismo per un tipo di pittura più incline all’espressionismo e all’informale. A metà degli anni ‘80 risale una delle creazioni più importanti: La casa delle rondini, composto da circa duemila formelle di ceramica. Di questo periodo sono anche le opere ispirate al Decameron di Boccaccio e alDon Chisciotte di Cervantes, nonché il ciclo ispirato a La Ballata del vecchio marinaio di Coleridge che ha inaugurato la serie di mostre che dal 2000 si allestiscono all’interno del Museo Treccani.
Da collegare alla serie di olii su plexiglas presenti nella Collezione della Fondazione, questo volto di giovane presenta caratteristiche similari ad essi, e può essere riferito ad una medesima fase cronologica, tra la fine degli anni Sessanta e oltre, ed anche sperimentale nella carriera di Treccani. Pochi tratti salienti che costruiscono ancora una volta un ritratto, colto in visione assai ravvicinata, in cui è manifesto un attento gioco di luci e ombre ottenuto attraverso il sapiente calibro del passaggio del pennello con l’acquerellatura, che si sposta dai tonichiari del verde a quelli più intensi dell’azzurro e del blu, culminanti nelle variegate tonalità che vanno dal grigiastro al nero più cupo, utilizzate per segnare i bordi dell’immagine. Si registra bene in questi esempi “la dissoluzione della forma non contraddetta da una solida struttura geometrica che regge la libertà del segno”, in cui è possibile rinvenire anche quella continuità della ricerca di Treccani, nella chiarezza di obiettivi da perseguire, “segni di vita sul foglio, con abbreviature che sono autentica stenografia d’anima”.