Alberto Casadei su “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino

L’esordio di Italo Calvino come romanziere nasce dalla sua esperienza di partigiano tra le file dei Garibaldini comunisti nella Liguria di ponente, ma parlare di testo ‘neorealista’ sarebbe davvero improprio per Il sentiero dei nidi di ragno. L’intera vicenda, pur riflettendo alcuni episodi biografici, è in effetti raccontata come un romanzo d’avventure alla Stevenson, e il tono lieve è legato anche alla scelta del protagonista: non un soldato eroico bensì il ragazzino Pin, povero e scanzonato, sempre pronto a trattare in modo irriverente chi gli sta intorno. Tuttavia, nel giro di pochi capitoli, si alternano la fiaba e il dramma, intriso di riferimenti ideologici e di vicissitudini personali. E a lettura ultimata, restano impressi soprattutto i comportamenti contraddittori di tanti personaggi, persino di chi ha affrontato la Resistenza con coraggio e però, forse, senza comprenderla sino in fondo.


Alberto Casadei è Ordinario di Letteratura italiana all’Università di Pisa. Si è occupato di testi dal Tre al Cinquecento (Dante, Ariosto, Machiavelli ecc.), nonché di poesia e narrativa contemporanee, anche in una prospettiva comparatistica e teorica. Fra le sue ultime pubblicazioni: Storia della letteratura italiana: il Novecento (il Mulino 2014), Biologia della letteratura. Corpo, stile, storia (il Saggiatore 2018), Dante oltre l’allegoria (Longo 2021).


Letture di Elisa Proietti