ANTONELLA SALOMONI (Università della Calabria)
3 marzo 2022 ore 17:30
In auditorium e in diretta streaming dal sito web e dalla pagina Facebook di Palazzo Blu
La figura di Lenin è stata a lungo oggetto di un fenomeno estremo di standardizzazione monumentale, tradottosi non soltanto nella presenza invasiva di statue dello statista nello spazio sovietico, ma anche nell’adozione di un omogeneo canone rappresentativo. La transizione post-comunista ha, per contro, conosciuto ampie ondate di iconoclastia, dando vita alla demolizione di massa conosciuta in Ucraina come leninopad [caduta di Lenin]. L’esperienza di sovversione dello spazio post-sovietico è esemplare per comprendere la complessità dei fenomeni iconoclastici. Invita a misurarne frequenza e radicalità, così come a distinguere tra rimozione, distruzione, vandalismo, modificazione, reinterpretazione, decadimento per negligenza e, persino, sovraiscrizione, come ha dimostrato la presenza diffusa di «piedistalli vuoti» – vecchi segni fatti sopravvivere in attesa di nuovi.
Antonella Salomoni è professore ordinario di Storia contemporanea all’Università della Calabria, professore incaricato di Storia della shoah e dei genocidi all’Università di Bologna, e fa parte del corpo docente della Scuola Superiore Meridionale-Università di Napoli Federico II. Dirige Il Mestiere di Storico, rivista della SISSCo-Società italiana per lo studio della storia contemporanea. Tra le sue pubblicazioni: Il pane quotidiano. Ideologia e congiuntura nella Russia sovietica, 1917-1921 (Il Mulino, 2001); L’Unione Sovietica e la Shoah. Genocidio, resistenza, rimozione (Il Mulino, 2007); Le ceneri di Babij Jar. L’eccidio degli ebrei di Kiev (Il Mulino, 2019).