Comprendere il ventennio

È esistito un problema di comprensione del ventennio fascista? E, oggi, in che modo possiamo definire il fascismo? Cosa differenzia il regime mussoliniano da altre forme dittatoriali che si sono susseguite nella storia? Nella relazione cercherò di rispondere a queste domande scegliendo un punto di vista che è quello della cultura. Nelle prime righe del volume La cultura fascista, pubblicato nel 1936 dal partito nazionale fascista per i corsi di preparazione politica destinati ai giovani, si legge che «una cultura è una concezione della vita» e non un «modo individuale d’essere», «un abbellimento dell’intelletto o una contemplazione privata». La cultura, in sostanza, è un’attività «creatrice di un popolo». A partire dalla cultura fascista possiamo individuare le caratteristiche principali del totalitarismo italiano e comprendere il ventennio in modo più approfondito di come è stato fatto per molti anni.


Alessandra Tarquini è docente di Storia Contemporanea all’università Sapienza di Roma dal 2011. Ha svolto attività di ricerca e di didattica in diverse università italiane e straniere. È una studiosa di storia politica e culturale e ha pubblicato saggi e volumi su diversi temi della storia del Novecento. Si è occupata a lungo di fascismo e negli ultimi anni ha dedicato attenzione alla sinistra italiana e al tema dell’antisemitismo. Accanto all’attività accademica, scrive sul Corriere della Sera e collabora a trasmissioni RAI. Le sue pubblicazioni più importanti sono: Il gentile dei fascisti: gentiliani e antigentiliani nel regime fascista (2009), Storia della cultura fascista (2016), La sinistra italiana e gli ebrei: socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992 (2019).