Scorrendo l’elenco degli studi su L’Agnese va a morire di Renata Viganò, colpisce il disinteresse della critica rispetto a uno dei romanzi della Resistenza che meglio incarna il risentimento collettivo di fronte all’offesa dell’invasione, una vera e propria «cronaca» che «ha l’esatta semplicità dei pensieri e dei gesti del popolo, senza retorica, ma senza il pudore dei “buoni sentimenti”, in uno stile sobrio che incorpora anche le grezze frasi da bollettino militare, da resoconto documentario».
L’indifferenza è stata causata sia, dal punto di vista ideologico, dalle riserve degli anni che esigevano tonalità meno polemiche sia, sul fronte letterario, dalla condanna verso una scrittrice ritenuta troppo popolare e improvvisata.
Tuttavia, L’Agnese va a morire costituisce una delle prove più interessanti della narrativa resistenziale. Tramite l’analisi di alcuni passi, la lezione propone una panoramica sulla genesi del romanzo – arricchita dalla recente scoperta di un racconto preparatorio inedito – e sull’importanza che esso ricopre nella letteratura del Novecento.
Elena Santagata è assegnista di ricerca all’Università di Bari. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Italianistica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi su Guido Gozzano. I suoi interessi riguardano principalmente la poesia italiana contemporanea, in particolare la produzione poetica del primo Novecento e le relative questioni di filologia d’autore. È autrice di una monografia su Eugenio Montale («Col rovescio del binocolo». Montale e il sublime del comico, Carocci, 2022) e ha pubblicato su numerose riviste scientifiche («Autografo»; «Studi e problemi di critica testuale»; «Luziana»).
Letture di Elisa Proietti