Il Sessantotto in prospettiva globale

Bruno Settis, Scuola Normale Superiore

Uno, dieci, cento Sessantotto: non solo l’anno 1968, ma il momento in cui processi e fenomeni diversi, in parte ispirandosi e condizionandosi l’un l’altro, trovarono un’espressione politica ed una straordinaria, talvolta esplosiva, forza simbolica.

Movimento studentesco, movimento operaio, movimenti per i nuovi diritti ne furono i protagonisti non solo in Italia, Francia e Stati Uniti, ma anche in Giappone e Messico (dove, per esempio, il centro fu un evento “globale” come le Olimpiadi di Città del Messico). Fu un anno di svolta per la guerra in Vietnam, tanto per l’opposizione alla guerra da parte delle opinioni pubbliche negli Stati Uniti e in Europa quanto per i successi militari del Generale Giap. Nella Repubblica Popolare Cinese e in Cecoslovacchia detonarono le contraddizioni del socialismo; in Africa si intrecciò con i processi di decolonizzazione; in Argentina e in Brasile montarono le proteste contro i regimi militari, mentre quello greco promulgava una nuova costituzione. In tutti i casi, si trattò di fenomeni che oggi vanno raccontati nei tempi brevi dello scontro politico ma valutati anche, e forse soprattutto, in quelli più lunghi della storia sociale, economica, culturale. In questo intervento si cercherà di disegnare una mappa mondiale dei molti Sessantotto, mettendo in evidenza i tratti comuni, le differenze strutturali, le modalità della loro connessione e reciproco rispecchiamento.