Compagnia FuoriOpera
presenta
Il Tabarro
libretto
GIUSEPPE ADAMI
musica di
GIACOMO PUCCINI
PERSONAGGI e INTERPRETI
Michele, DANIELE GIROMETTI
Luigi, ALESSANDRO MUNDULA
Tinca, FLAVIO D’AMBRA
Talpa, ERNESTO MORILLO
Giorgetta, VALENTINA DE BLASIO
Frugola, JULIYA SAMSONOVA
Pianoforte, MARCO REGAZZI
Direzione musicale – Andrea Deutsch Gottfried
allestimento e regia – Fabio Midolo
costumi – Sartoria Teatrale Bianchi di Milano
Sinossi
Siamo nel 1910: è il tramonto. Sulla Senna è ancorato un vecchio barcone da carico, di cui è padrone il maturo Michele; questi, che ha sposato Giorgetta, una parigina molto più giovane di lui, avverte che l’unione sta vacillando e sospetta che la moglie, sempre più insofferente e scontrosa, lo tradisca con un altro uomo. Il sospetto è fondato: Giorgetta è innamorata di Luigi, un giovane scaricatore che ogni sera, richiamato dal tenue chiarore di un fiammifero acceso, la raggiunge protetto dall’oscurità.
Michele, che vede crollare a poco a poco le proprie illusioni, tenta di risvegliare nell’animo della moglie la passione di un tempo ricordandole quel bimbo la cui breve esistenza aveva accompagnato il loro amore: erano i giorni felici in cui Giorgetta e il figlio cercavano rifugio nel suo tabarro. Ma quando egli tenta di stringerla fra le braccia, la moglie si ritrae adducendo un pretesto. Quindi si ritira nella sua stanza in attesa che il marito la segua e si assopisca, per poi incontrarsi con Luigi.
Michele indugia, riflettendo su chi possa essere l’amante della moglie e meditando vendetta, quindi accende la pipa. Attirato dal segnale luminoso, Luigi balza sul barcone credendo di trovarci l’amante; ma Michele gli è sopra, l’immobilizza e con un urlo lo riconosce; poi lo afferra per la gola, lo costringe a confessare il suo amore e lo strangola. Quindi ne avvolge il corpo esanime dentro al suo tabarro. Giorgetta torna in coperta, come colta da uno strano presentimento, ma quando si avvicina a Michele, questi apre il tabarro lasciando cadere a terra il cadavere di Luigi.
Lo Spettacolo
La più cupa tra le opere di Puccini è imperniata sull’idea del tempo che passa, incarnatanel testo e nell’ambientazione, metaforicamente dall’ora del tramonto, dalla stagione autunnale e soprattutto dal lento, inesorabile scorrere del fiume, intorno al quale l’intera vicenda si sviluppa.
Un’idea alla quale rinvia anche l’uso massiccio di tempi a struttura ternaria, il cui moto circolare guida i protagonisti verso la tragedia avvolti in un clima di danzante erotismo.
Dice la protagonista: «Io capisco una musica sola: quella che fa danzare», ma la musica che accompagna le sue parole è la stessa che aprirà il suo appassionato duetto d’amore con Luigi.
Il tempo quindi, protagonista assoluto del nostro spettacolo in una ambientazione senza identificazione temporale, ma come un flusso che rappresenta lo scorrere dei piccoli e grandi drammi della vita.