Con Arianna Arisi Rota, professore ordinario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, in collaborazione con Domus Mazziniana.
La costruzione della nazione italiana si è nutrita di dispositivi visuali che, attraverso i decenni, prima e dopo la cesura del 1848, hanno veicolato presso il pubblico una propaganda patriottica fatta di immagini potenti e allusive alla condizione degli italiani e delle italiane. Lo stesso Giuseppe Mazzini dedicò al valore civile della pittura alcune pagine illuminanti che dimostrano come, al pari della letteratura, l’arte potesse farsi veicolo di mobilitazione emotiva e politica. Sfidando la censura e parlando a un’audience capace di decodificare le immagini proposte, artisti più o meno noti si sono confrontati lungo la penisola con temi come l’esilio, la patria violata, il ripiegamento dopo i fallimenti, il volontariato in armi, la costruzione della memoria, anche di una memoria divisa. Con l’occhio della storia politica e delle più recenti suggestioni in tema di cultura materiale e fonti visive, la conferenza contestualizzerà esempi di scelte pittoriche che – da Hayez ai Macchiaioli, passando per gli Induno – nell’avvicendarsi delle generazioni e delle sensibilità estetiche, hanno contribuito al viaggio politico e sentimentale del Risorgimento.