15 novembre, ore 17.30
Ilaria Pavan, Scuola Normale Superiore
L’emanazione dei primi decreti antiebraici fascisti nel settembre del 1938 rappresentò l’approdo di un processo, politico e ideologico, elaborato dal regime nel corso dei mesi e degli anni precedenti e in cui una premessa non irrilevante fu rappresentata dalla normativa razziale coloniale. L’entrata in guerra e l’istituzione della Repubblica Sociale Italiana nel tardo autunno del 1943 rappresentarono poi altrettanti momenti di svolta, e di ulteriore radicalizzazione, di una legislazione antiebraica che si dipanò e si svolse nell’arco di sette lunghi anni.
Scheda biografica:
Ilaria Pavan è professore associato di storica contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. I suoi principali campi di ricerca riguardano la storia del fascismo, dell’ebraismo italiano e della persecuzione razziale. Tra le sue pubblicazioni: Tra indifferenza e oblio. Le conseguenze economiche delle leggi razziali in Italia (1938–1970), Le Monnier, 2004; Il podestà ebreo. La storia di Renzo Ravenna tra fascismo e leggi razziali, Laterza, 2006; con Francesca Pelini, La doppia epurazione. L’università di Pisa e le leggi razziali tra guerra e dopoguerra, Il Mulino, 2009; con Matteo Al Kalak, Un’altra fede. Le case dei catecumeni in area estense (1583–1938), Leo Olschki Editore, 2013.