Giovedì 10 Maggio 2018
Ore 17,30
Auditorium Palazzo Blu
Gianni Sofri
Quando arrivarono i primi cinesi in Europa?
Una prima raccolta di dati, dall’antichità a oggi
La mostra di Michael Yamashita contiene in sé un contributo fondamentale alla conoscenza della via della seta e della sua storia di arte e commerci, di guerrieri e di religioni, di epidemie e di conquiste. Ci troviamo di fronte a uno di quei casi nei quali le immagini sono eloquenti più di ogni libro o testo scritto. E tuttavia non è male che siano accompagnate da interventi orali che, con la dovuta modestia, aiutino il visitatore ad approfondire singoli temi, ad attirare la sua attenzione su alcuni particolari: un po’ quello che fa una buona guida che accompagni un visitatore in un museo o in una chiesa.
Volendo contribuire anch’io a questa saggia idea di Palazzo Blu, ho fatto la scelta che cerco ora di riassumere brevemente.
Sappiamo molto dei tentativi, e poi dei successi, di viaggiatori europei desiderosi di approfittare della via della seta, nel corso dei secoli, per raggiungere la lontana (e per tanto tempo mitica) Cina per portarvi la propria religione, per conoscere popoli e culture diverse, per vendere i propri prodotti o per stabilire alleanze. Basti pensare a Marco Polo, ai suoi “precursori” medievali (prevalentemente francescani), più tardi ai gesuiti, dei quali ben conosciamo, quanto meno, la figura di Matteo Ricci.
Ben poco sappiamo invece di chi viaggiava in senso contrario. Ben poco sappiamo dei cinesi che, percorrendo le stesse piste e strade, tentavano di arrivare in Europa. Questa lezione non pretende minimamente di chiudere una ricerca, semmai di aprirla. Cerca di mettere insieme quanto sappiamo, da varie fonti, dei tentativi che fecero nel corso dei secoli i cinesi di raggiungere il lontano Occidente, che non poteva non incuriosirli come la Cina faceva con l’Europa.
Come vedremo, è un racconto che ci riserverà qualche sorpresa, e anche qualche considerazione generale: in attesa che ricerche più approfondite ci regalino nuovi e più ricchi elementi.
Gianni Sofri
Gianni Sofri è nato a Staranzano (Go) nel 1936. Ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si è laureato in Lettere nel 1958. Vive attualmente a Bologna, dove ha lavorato a lungo nell’editoria scolastica (cfr. Del fare libri. Mezzo secolo da Zanichelli, 2014). Ha insegnato per 41 anni all’Università di Bologna (con un intervallo di due anni a quella di Sassari), presso le Facoltà di Magistero (ora Scienza della Formazione) e di Scienze politiche (sede di Forlì).
Tra le sue opere: Il modo di produzione asiatico. Storia di una controversia marxista (Einaudi 1969, traduzioni in Germania, Spagna, Svezia, Brasile); direzione di un Corso di geografia (Zanichelli 1976); Gandhi e Tolstoj (in collaborazione con P.C. Bori, Il Mulino 1985); Gandhi in Italia (Il Mulino 1988); Gandhi e l’India (Giunti 1995, traduzioni in Francia, Regno Unito e Stati Uniti, Cina); Gandhi, tra Oriente e Occidente (Sellerio 2015).
Ha collaborato a numerosi giornali e riviste. Ha tenuto conferenze, dibattiti, interventi a convegni su temi come: la geopolitica e l’evoluzione dei rapporti internazionali, la Cina e l’India contemporanee, i diritti umani nel mondo e l’incontro-scontro fra culture diverse, metodologia e didattica della storia e della geografia. È stato presidente del Consiglio Comunale di Bologna dal 2002 al 2009. Rappresenta il Comune di Bologna nella Fondazione Museo ebraico di Bologna.