Robotic Art

Robotic Art
Convegno
09 Set 2017
09:00 – 13:00
Auditorium di Palazzo BLU – ingresso libero

Referente: Prof. MASSIMO BERGAMASCO, Professore Ordinario Meccanica applicata, Scuola Superiore Sant’Anna

Comitato Scientifico: FRANCO MOSCA, MARIALINA MARCUCCI, MARCO SZORENYI, GIUSEPPE TOSCANO, MANRICO FERRUCCI, EVA PERINI, PIETRO BARTOLINI, ANDREA FERRANTE, PERICLE SALVINI, PIER FRANCESCO BERNACCHI, ALESSANDRO TOSI, MARCELLO CARROZZINO, MASSIMO BERGAMASCO

Programma

Lo Spirito nelle Macchine: Robot come Medium artistici
BILL VORN, Concordia University, Montreal (Canada)
Per 25 anni Bill Vorn ha costruito installazioni di arte robotica e performance di macchine come attori. Attraverso questi progetti egli cerca di mettere alla prova, riformulare e sovvertire le nozioni di antropomorfismo, proiezione ed empatia che caratterizzano comunemente la relazione fra uomo e macchina.

Macchine spettacolari – Robot in performance
ELIZABETH ANN JACHUM, Aalborg University (Denmark)
Le arti visive e performative sono occasioni importanti per sviluppare e valutare cosa può rendere i robot espressivi. La performance dal vivo è anche una piattaforma ideale per esplorare l’interazione uomo-robot: gli artisti utilizzano metodi di progettazione e tecniche di controllo creative per robot in stretto contatto con umani. Questo intervento esplora lo stato dell’arte dei robot nelle performance contemporanee ed evidenzia le strategie innovative per le performance di spettacolo in cui performer umani interagiscono con i robot con modalità diverse e inaspettate.

Incontri radicali
LOUIS PHILIPPE DEMERS, School of Art, Design and Media, NTU (Singapore)
Ci identifichiamo e condividiamo esperienze biologiche, sociali e culturali con gli attori sulla scena. I teorici del teatro e i fenomenologi asseriscono che queste esperienze sono fortemente fondate sul corpo esperienziale. Cosa succede se introduciamo costruzioni artificiali non solo sulla scena, ma anche in scenari sociali tacitamente umani? Dal momento che questi incontri radicali avvengono in uno spazio al confine tra uomo e macchina, esse forzano il pubblico a (ri) considerare i loro corpi umani e (ri) visitare le loro esperienze incarnate.

La mitologia e la paura del robot nell’arte contemporanea: dai manichini dadaisti del 1916 al paesaggio potenziato post-internet della nona Biennale di Berlino del 2016
LORENZO BRUNI, Coordinatore dello spazio non profit BASE – Progetti per l’arte di Firenze.
Docente di Storia dell’Arte e Arti visive/Graphic Design presso Accademia Nuove Tecnologie di Roma
Oggi gli artisti contemporanei che si confrontano con il tema del potenziamento dei mezzi percettivi dell’essere umano per mezzo delle applicazioni elettroniche chiamano in causa il tema del paesaggio incrementato/estraniato. La risposta è radicalmente diversa da quella sperimentata dagli artisti all’inizio del secolo passato in pieno boom scientifico e industriale che si sono concentrati sul tema del corpo aumentato/alienato. Questo forse è connesso alla possibilità del cittadino/utente in una società post-ideologia e caratterizzata dalle piazze sociali di essere in più luoghi nello stesso istante. Oppure si tratta…

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