Simone Librale, Alexander Sardon Trampus e Daria Aleshina

Domenica in Musica

12 maggio 2024
Auditorium di Palazzo Blu
A cura di Accademia Strata

Simone Librale, pianoforte
Claude Debussy (1862 -1918) – Ce qu’a vu le vent d‘ouest da Préludes (Libro I)
Claude Debussy (1862 -1918) – Canope da Préludes (Libro II)
Frederic Chopin (1810 – 1849) – Sonata n. 2 op. 35

Alexander Sardon Trampus, violino
Daria Aleshina, pianoforte

Felix Mendelssohn (1809-1847)
Concerto in mi minore per violino e pianoforte, op. 64
1. Mov (allegro molto appassionato)

Camille Saint Saëns (1835-1921)
Introduzione e Rondò capriccioso in la minore
per violino e pianoforte, op.28.


Il primo concerto si apre con due Préludes di Claude Debussy dal carattere nettamente contrastante. Ce qu’a vu le vent d’ouest, dal primo libro di preludi, pubblicato nel 1910, è un brano impetuoso che evoca una natura tumultuosa e violenta, mentre Canope, che appartiene al secondo libro del 1913, ha un andamento lento, quasi statico, che evoca l’antica città egizia di Canopo o forse l’omonima urna cineraria. Il pianismo di Debussy affonda le sue radici nello stile inconfondibile di Fryderyk Chopin, la cui Sonata n. 2 op. 35 ancora oggi, a quasi duecento anni di distanza, lascia smarriti e pieni di interrogativi. A cominciare dagli enigmatici accordi iniziali del Grave-Doppio movimento, che apre uno scenario di inquietudine e tragicità, solo a tratti interrotto da spiragli di lirismo. Lo Scherzo che segue è stato paragonato ad una danza di spettri, mentre nel successivo trio si snoda un canto mesto e nostalgico. Il clima lugubre della famosa Marcia funebre, nucleo originario attorno al quale Chopin costruì il resto della sonata, celebra in maniera esplicita la realtà della morte, nella mesta grandiosità della marcia come nel dolce e malinconico lamento del suo trio.  Ma è soprattutto l’impenetrabile ultimo movimento, un perpetuum di terzine senza temi riconoscibili, senza indicazioni agogiche o dinamiche, eccetto il ff finale, che sembra darci la vera rappresentazione del vuoto della morte: “il terrificante mormorio del vento sulle tombe”, come lo definì il pianista Alfred Cortot.

A sei anni di distanza da quella prima idea che “continuava a martellargli in testa”, il 16 settembre 1844 Mendelssohn terminava la stesura del Concerto per violino in mi minore, destinato a divenire uno dei concerti più amati e più famosi del repertorio violinistico. Come ebbe a dire Joseph Joachim, annoverando i capolavori di Beethoven, Brahms, Bruch e Mendelssohn, “i tedeschi hanno quattro concerti per violino… ma il più intimo, il gioiello del cuore, è quello di Mendelssohn”.  Il fascino dell’opera si manifesta fin dal primo tema, esposto dal violino solista che entra direttamente in campo facendo a meno dell’esposizione orchestrale. Questa melodia cantabile e struggente, enunciata quasi sottovoce, evolve in una serie di virtuosismi fino alla ripresa gloriosa da parte di tutta l’orchestra (nel nostro caso il pianoforte). Di contro, il secondo tema, dal carattere dolce e intimo, crea un momento di intensa poesia prima della ripresa del virtuosismo solistico, che trova la più ampia espressione nella cadenza, insolitamente posizionata prima della ricapitolazione dei temi. All’insegna del virtuosismo si pone anche l’Introduzione e Rondò Capriccioso, brano di grande effetto scritto da Saint-Saëns nel 1863 come omaggio al talento del violinista spagnolo Pablo de Sarasate. Già nell’Introduzione, dopo una melodia patetica, il violino si anima con una piccola cadenza, ma è soprattutto nel Rondò che lo strumento dà prova delle sue doti di agilità e delle sue potenzialità timbriche, assumendo verso la fine anche l’inconsueto ruolo di accompagnamento con rapidi e vorticosi arpeggi. Non mancano accenti spagnoleggianti a ricordo delle origini del grande virtuoso dedicatario dell’opera.


Simone Librale ha studiato a Livorno presso l’ISSM “Pietro Mascagni”, dove ha conseguito i diplomi di primo e di secondo livello accademico sotto la guida dei Maestri Daniel Rivera e Maurizio Baglini, con la votazione di 110 lode e menzione d’onore. Ha suonato in vari festival tra cui: Orbetello Piano Festival, LacMus Festival, “Festival Mariano internazionale”, “Young Artists – piano solo series”, “FestivaLiszt, Teatro G. Verdi di Pordenone, Bolzano Festival. Nel 2020 ha debuttato come solista con Roma Tre Orchestra nel “Mozart Project” sotto la direzione di Sieva Borzak. Nel 2021 ha preso parte al progetto “I quattro elementi in musica” del Teatro Verdi di Pordenone in quanto protagonista della puntata dedicata al Fuoco eseguendo “Feux d’artifice” di Claude Debussy e la “Première Sonate” di Pierre Boulez. Nello stesso anno ha debuttato al Teatro Torlonia a Roma in occasione del “Maurizio Baglini Project” eseguendo la Quinta sinfonia di Ludwig van Beethoven nella trascrizione per pianoforte solo di Franz Liszt. Nel 2022 è stato tra i protagonisti del convegno “Figure oltre il presente” dedicato a Luigi Dallapiccola tenendo un recital presso il Teatro G. Verdi di Pordenone. Nel 2023 ha preso parte alla prima esecuzione mondiale del brano “11.000 Saiten” del compositore austriaco Georg Friedrich Haas, commissionato dalla fondazione F. Busoni – G. Mahler in occasione del Bolzano Festival.

Attualmente si sta perfezionando con il M° Maurizio Baglini presso l’Accademia di musica Stefano Strata.


Alexander Sardon Trampus è nato in Slovenia il 26 maggio del 2027 e all’età di tre anni inizia lo studio del violino con la Prof.ssa Liljiana Bjelakovich presso la scuola “I piccoli musicisti” di Milano. All’età di otto anni entra nell’Accademia di Ljubljana dove studia con il M° Armin Sesek. Dopo aver frequentato il Corso pre accademico alla Scuola di Musica di Fiesole, viene ammesso nel 2022 con il massimo dei voti al primo anno accademico del Conservatoro di MusicaLuigi Cherubini di Firenze, nella classe del M° M. Lorenzini.Partecipa e vince il primo premio assoluto in vari concorsi internazionali quali: Novi Sad ( Serbia 2016), Ljubljana (Slovenia), Verona 2016, Udine 2017 e Firenze 2018; primo premio assoluto Labia Prize 2022, primo premio assoluto città di Massa 2023, primo premio assoluto al Concorso Regina Esperia – International Music Contest 2023, vincitore categorie archi. Dal 2018 al 2022 ha frequentato la masterclass annuale di violino del M° Alina Company presso l’Accademia di musica Stefano Strata, dove ottiene una Borsa di Studio e l’invito a suonare concerti in qualità di solista presso il Palazzo Blu ed il Teatro Verdi di Pisa (2019-23), quale allievo dotato di doti tecniche-interpretative rilevanti. Ha inoltre frequentato Masterclass con il M° Ilya Grubert, M° Caterina Maria Carlini, M° Vera Vaidman ed il M° Cristiano Rossi. Dal 2020 al 2022è stato membro dell’Orchestra Giovanile della Scuola di Musica di Fiesole con cui ha tenuto vari concerti (nel 2022 come Spalla e Primo violino).
Parallelamente allo studio in Conservatorio si perfeziona con il M° Cristiano Rossi presso l’Accademia di Musica Stefano Strata.

 


Daria Aleshina è nata a Mosca si diploma con il massimo dei voti alla Scuola Statale specialistica di Musica “Gnesiny” nelle classi di Pianoforte del Maestro T. Vorobieva e di Clavicembalo del Maestro O. Martynova. Successivamente si laurea con lode in pianoforte all’Accademia Russa di Musica “Gnesiny”, sotto la guida del Maestro Grigorij Gordon, allievo del celebre Heinrich Neuhaus. Trasferitasi in Italia consegue il Biennio Accademico di Secondo livello in Pianoforte, con la votazione di 110 e lode, presso il Conservatorio statale “Luigi Cherubini” di Firenze, sotto la guida del M° Giuseppe Fricelli.
Daria si è esibita come solista con orchestra in Russia e in Europa. Sempre in Russia, e in particolare a Mosca, ha tenuto concerti nei teatri e nelle sale più importanti di Conservatori e Accademie. Viene invitata ad esibirsi in prestigiose sale concertistiche in europa, fra cui Danimarca, Francia, Malta, Ungheria ed Inghilterra. A Mosca è stata docente di Pianoforte principale nella Scuola Statale di Musica “N. Rubinstein” e ha ricoperto il ruolo di Maestro Accompagnatore per la Scuola Centrale di Musica presso il Conservatorio Statale di Mosca “P. I. Tchaikovsky”. Negli anni 2005, 2006, 2007 le è stato assegnato il diploma quale “Migliore Maestro Accompagnatore” in vari prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali. Attualmente collabora come Maestro Accompagnatore al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e ha collaborato con l’Istituto Musicale pareggiato “Mascagni” di Livorno e con il Liceo Musicale “Dante” di Firenze. Come Maestro Collaboratore, dopo un’esperienza al Teatro di Musica e Trama “Tchikhatchev” a Mosca, ha partecipato alla produzione dell’opera “Ascesa e caduta della città di Mahagonny” di K. Weill e B. Brecht, messa in scena nel Teatro Verdi di Pisa, Giglio di Lucca, Goldoni di Livorno e Alighieri di Ravenna. Successivamente è stata impegnata presso il Teatro Verdi di Pisa alla produzione dell’opera-balletto “Y Borges Cuenta Que” di Luis Bacalov e si è esibita nella 77° e 81° stagione concertistica del Maggio Musicale Fiorentino. Sempre con il Maggio Musicale Fiorentino ha iniziato, dal 2019, una collaborazione continuativa come professore d’orchestra in produzioni quali l’ottava sinfonia di G. Mahler, il Trittico di G. Puccini, i Carmina Burana di C. Orff, Iberia di C. Debussy, Bolero di M. Ravel, Carnevale degli animali di C. Saint – Saëns, il Trittico Botticelliano e Fontane di Roma di O. Respighi.Ha al suo attivo incisioni di vari CD con l’ensamble “Ermitazh” diretto da A. Utkin (“Oboe d’Oro” di Russia) e con l’Orchestra Sinfonica “Globalis” diretta da K. Kremets. Recentemente ha collaborato a Masterclass di concertisti di fama mondiale fra cui Stephen Burns, Alessandro Carbonare, Bruno Giuranna, Michael Kugel, Dmitry Sitkovetsky, Giovanni Sollima, Andrea Conti e Alberto Bocini per importanti associazioni musicali quali “Amici della Musica di Firenze” e molte altre. Viene regolarmente invitata a collaborare col Maggio Musicale Fiorentino e con l’Orchestra Regionale Toscana in qualità di professore d’orchestra e maestro collaboratore.