Successi e limiti di una democrazia esportata: il caso del Giappone

ciclo: Democrazie / Mondo (a cura di Arnaldo Testi, Università di Pisa)
domenica 19 gennaio 2025, ore 11.00
Auditorium Palazzo Blu

Rosa Caroli (Università Ca’ Foscari Venezia)

L’occupazione alleata del Giappone, sotto la guida degli Stati Uniti (1945-52), portò alla creazione di istituzioni democratiche. Nel contempo favorì un dibattito su quel tipo di democrazia che, in quanto frutto dell’imposizione di un regime militare straniero, appariva di per sé fragile, per alcuni addirittura “illusoria”. Gli osservatori si chiedevano in quale misura sarebbe stata davvero in grado di promuovere una genuina nuova coscienza, trasformando il popolo giapponese in un libero soggetto, artefice e garante della democrazia stessa. L’esito della democratizzazione, dunque, sarebbe dipeso dal ruolo che la società giapponese, con i suoi movimenti sociali e politici, avrebbe svolto in questo processo, nel lungo dopoguerra fino a oggi.


Rosa Caroli è professoressa ordinaria di Storia e Istituzioni dell’Asia all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Le sue ricerche riguardano la costruzione dello stato e la formazione dell’identità nazionale nel Giappone moderno e contemporaneo. Ha fatto ricerca e insegnato in Giappone, in vari paesi europei e in Brasile. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in Italia e all’estero. Tra le pubblicazioni italiane, Il mito dell’omogeneità giapponese: storia di Okinawa (FrancoAngeli 2000), e Storia del Giappone (Laterza 2004, 2017)