Suor Angelica. Giacomo Puccini

Compagnia FuoriOpera

 presenta

 SUOR ANGELICA

libretto
GIOVACCHINO FORZANO

 musica di
GIACOMO PUCCINI

PERSONAGGI e INTERPRETI

Suor AngelicaLARA LEONARDI
Zia PrincipessaJULIYA SAMSONOVA
BadessaSERENA PULPITO
Suor GenoveffaBEATRICE FASANO
Suor OsminaEMANUELA SCIREA
Suor DolcinaJINSIL LEE
Suor InfermieraMIREA MARCHETTO MOLLICA
pianoforte – CHAEYOON NA


direzione musicale – Andrea Deutsch Gottfried
allestimento e regia – Fabio Midolo
costumi – Sartoria Teatrale Bianchi di Milano

Sinossi
Da sette anni Suor Angelica, di famiglia aristocratica, ha forzatamente abbracciato la vita monastica per scontare un peccato d’amore. Durante questo lungo periodo non ha saputo più nulla del bambino nato da quell’amore, che le era stato strappato a forza subito dopo la nascita.
L’attesa sembra finalmente terminata: nel parlatorio del monastero Suor Angelica trova la zia principessa. Ma la vecchia signora, algida e distante, non è venuta a concederle il sospirato perdono, bensì a chiederle un formale atto di rinuncia alla sua quota del patrimonio familiare, allo scopo di costituire la dote per la sorella minore Anna Viola, prossima ad andare sposa. Il ricordo di eventi lontani ma mai cancellati dalla memoria e la possibilità di avvicinare una persona di famiglia spingono Angelica a chiedere insistentemente notizie del bambino.
Ma con implacabile freddezza la zia le annuncia che da oltre due anni il piccolo è morto, consumato da una grave malattia. Allo strazio della madre, caduta di schianto a terra, la vecchia non sa porgere altro conforto che una muta preghiera. Il pianto di Angelica continua, soffocato e straziante, anche dopo che la zia, ottenuta la firma, si allontana. Nel suo animo si fa strada l’idea folle e disperata di raggiungere il bambino nella morte per unirsi a lui per sempre. È scesa intanto la notte e Suor Angelica, non vista, si reca nell’orto del monastero: raccoglie alcune erbe velenose e con esse prepara una bevanda mortale.
D’improvviso, dopo aver bevuto pochi sorsi del distillato, Angelica è assalita da un angoscioso terrore: conscia di essere caduta in peccato mortale, si rivolge alla Vergine chiedendole un segno di grazia. E avviene il miracolo: la Madonna appare sulla soglia della chiesetta e, con gesto materno, sospinge il bambino fra le braccia protese della morente. Suor Angelica cade riversa dolcemente ed esala l’anima. Il miracolo sfolgora.

Lo Spettacolo
Tutta l’azione si muove e si irradia dal parlatorio luogo in cui si svela l’identità della protagonista e lo sviluppo della sua personale vicenda ad opera di una famiglia, che per ragioni di “decoro” e opportunità a messo a tacere l’amore di una donna e di una madre.
Il parlatorio era il luogo in cui avvenivano gli incontri fra le suore ed i parenti in visita, luogo unico – in passato – in cui il mondo esterno e quello monastico si incontravano fisicamente, anche se solo parzialmente.
La scena ha pochissimi elementi che si compongono fino a delineare il parlatorio, centro del dramma appunto, centro dell’incontro con quel mondo esterno che porterà la protagonista al dolore più estremo, per scomporsi nuovamente fino ad accogliere il silenzio in cui Suor Angelica abbraccia il suo destino.