Il buon Samaritano (1625-1630) entra a far parte del percorso museale di Palazzo Blu dopo un accurato restauro.
A distanza di un anno dall’acquisizione della Samaritana al pozzo di Artemisia Gentileschi, la Fondazione Pisa è lieta di presentare una nuova straordinaria opera per il museo di Palazzo Blu e la città di Pisa. Si tratta di un dipinto del celebre Orazio Riminaldi (1593-1630), pittore pisano formatosi a Roma nelle più importanti botteghe del tempo e rientrato a Pisa per realizzare la cupola del duomo di Pisa, in occasione del restauro della cattedrale coordinato da Curzio Ceuli.
I dipinti esposti nelle sale di Palazzo Blu documentano alcune delle principali presenze artistiche seicentesche, nell’epoca ormai di consolidata ripresa economica e culturale sotto il segno dei Medici. Un ruolo importante è quello rivestito dal pisano Orazio Riminaldi (1593-1630), qui illustrato da alcuni capolavori: Il Ritratto di Curzio Ceuli; il bozzetto della parte centrale della cupola del Duomo di Pisa; il San Giacomo, probabile studio per uno dei personaggi ugualmente presenti nella stessa cupola. È utile ricordare che Curzio Ceuli, appartenente ad un’importante famiglia di banchieri attiva a Roma ed in Toscana, fu l’Operaio dell’Opera Primaziale (la “fabbriceria” della Cattedrale di Pisa) che ne curò il restauro dopo il gravissimo incendio del 1595 e che commissionò a Riminaldi l’affresco della Cupola. Per realizzare l’impegnativo incarico a Pisa, Riminaldi interruppe il suo soggiorno romano, ricco di numerose commissioni di grande prestigio. A questo periodo risale anche Il buon Samaritano (1625-1630 ca), nel quale il pittore esibì una cultura assai raffinata, in bilico tra realismo caravaggesco ed eleganze emiliane. Di potente evidenza anche il San Gerolamo di Ludovico Cardi detto il Cigoli (1559-1613), artista di cultura fiorentina sebbene aggiornata a Roma.