Amedeo Modigliani inizia a dedicarsi al tema del nudo negli anni di formazione accademica a Firenze e successivamente a Venezia. Riprenderà questo genere a distanza di anni, nel momento in cui il suo personale percorso artistico lo porta ad ammorbidire le spigolose stilizzazioni della forma tipiche degli anni 1911 – 1916.
Avvicinandosi a questo olio su tela, l’osservatore si trova ad affrontare la prorompente pienezza carnale di una giovane donna che si mostra adagiata su un fianco. Lo sguardo diretto invita lo spettatore ad accostarsi senza malizia alla materialità fisica del corpo disteso.
L’atteggiamento di naturale rilassatezza della giovane, che sta pigramente alzando un braccio, non cela la sensualità spontanea del corpo nudo, ma evita una volgarità ostentata.
Modigliani insiste sulla sinuosità del corpo, accentuando la linea curva dell’anca, e le rotondità volumetriche dei seni e dell’addome tramite una pittura larga e regolare con cui distribuisce uniformemente il pigmento.
Lo sfondo è un ambiente indefinito dalle tonalità calde, reso con pennellate corpose e irregolari, riempito quasi interamente dalla netta profilatura del corpo candido.
Nonostante l’intento dell’artista livornese fosse scevro da volgarità, la sorte toccata ai suoi nudi, durante l’esposizione alla galleria Berthe Weill a Parigi nel dicembre del ‘17, fu sfortunata. I dipinti, alcuni dei quali esposti in vetrina, furono accusati di oltraggio al pudore e l’esposizione, con le auspicate vendite, fu costretta a chiudere anzitempo. Così si concludeva la prima personale di Amedeo Modigliani.