“Eraclito ci insegna che il tempo non esiste e che sulla grande curva dell’eternità il passato è uguale all’avvenire”, scriveva - nel 1916 - Giorgio de Chirico a Guillaume Apollinaire.
A quell'insegnamento De Chirico si mantenne sempre fedele: la sua poetica vede un continuo ritorno su tematiche che rendono le sue opere identiche e diverse allo stesso tempo, riuscendo a beffarsi della linearità progressiva del tempo e del tentativo di catalogazione in fasi della carriera dell’artista: una metafisica continua, capace di rivelare una realtà altra pur rimanendo se stessa.