Emarginate dalla società, eppure teneramente raccontate in questa serie di 10 litografie datate 1896: loro, le donne delle case chiuse.
Toulouse Lautrec, solitamente narratore irriverente, si dimostra delicato nel tratteggiare la quotidianità solitaria e malinconica delle prostitute, colte in atteggiamenti intimi che non evidenziano la loro peculiarità lavorativa, ma appartengono all’universo femminile.
La dimensione erotica, seppur presente, è affidata a dettagli ambientali, come i quadretti che decorano le stanze, rappresentanti scene di amori divini, come Zeus e Leda o satiri e ninfe.
La copertina stessa è indicativa dello sguardo indulgente con cui Lautrec invita ad avvicinarci a questo mondo, solitamente incline a coinvolgere l’osservatore come voyeur.
Una giovane donna si mostra di spalle, il colore, focalizzato esclusivamente sulla veste e sui capelli fulvi, cattura l’attenzione, tanto che solo in un secondo tempo percepiamo l’elemento che contestualizza lo scenario: il cappello a cilindro abbandonato su una sedia carica di indumenti.
Ogni litografia presenta caratteristiche disegnative diverse: Lautrec accarezza le coperte disfatte con la pastosità della matita litografica e ugualmente costruisce figure flessuose e grafiche con un colorismo potente e raffinato debitore dello studio delle stampe di Utamaro, fino a sfruttare un segno vibrante e deciso per evidenziare una nuda schiena tornita.
La serie non incontrerà successo collezionistico, probabilmente perché non attingeva al repertorio classico dell’illustrazione erotica.