ARNALDO TESTI (Università di Pisa)
17 febbraio 2022 ore 17:30
C’è accanimento ideologico nel modo in cui le statue di dirigenti politici e militari della vecchia Confederazione sudista sono criticate, vandalizzate, rimosse dalle piazze americane dalle stesse autorità pubbliche? Si tratta di «cancellazione della storia»? Oppure sono proprio quei monumenti un tentativo di cancellare la storia, di nascondere la schiavitù che quegli uomini difesero e la segregazione razziale che i loro monumenti celebrarono? C’è un conflitto in corso sulla memoria storica scritta nella pietra e nel bronzo, un conflitto che riguarda la vita degli americani di oggi ma che ha radici lunghe nella fine dell’Ottocento. Le vicende delle statue del generale Robert E. Lee, comandante in capo degli eserciti confederati, inaugurate nel Sud dopo il 1890 e di recente rimosse, offrono una occasione di analisi e riflessione. Vicende parallele riguardanti le statue di Abraham Lincoln rendono la riflessione più complessa.