Concordemente attribuita dalla critica ad Orazio Gentileschi, la piccola tela è un esempio dell’attività pittorica dell’artista a Roma (1587-’90) che precede i futuri sviluppi caravaggeschi per cui egli generalmente è noto.
Il dipinto, nella sua composizione semplificata, caratterizzata da una scansione spaziale univoca che tende ad escludere la profondità prospettica, presenta una sezione centrale con il gruppo della Madonna e il Bambino, e una sezione con i santi laterali. La prima è di chiara ispirazione romana raffaellesca, mentre la seconda mostra un’impronta prettamente toscana, partecipe quest’ultima di quella svolta antimanierista rivolta ad un più umano naturalismo. Così il San Sebastiano, scartando la consueta iconografia del bell’ignudo, esprime la sua innocenza e la sua tenera età, qui sottolineata dal contrapporsi della freccia nel collo e la recente peluria che comincia a ricoprirgli le guance poco sopra.