Pubblicata per la prima volta da Quintavalle in occasione dell’esposizione parmense dedicata a Cristoforo Munari e il suo ambiente, la tela, proveniente dalla collezione fiorentina di Vittorio Santoli, è stata attribuita all’artista da Mina Gregori. Secondo uno schema di distribuzione degli elementi illusionistici frequentemente ricorrente nell’opera del Munari, il dipinto appare organizzato con rigore ed eleganza compositiva.
Taluni particolari quali l’atmosfera incantata, ma soprattutto il liuto impreziosito da un nastro di colore rosso e il violino con le corde saltate, disposto in ardito scorcio per svolgere la funzione di vettore spaziale, rimandano chiaramente alle nature morte di Evaristo Baschenis.