Fondato nel 1929 il Gruppo Futurista Pisano assieme a Giovanni Acquaviva e a Giorgio Casini, Fortunato Bellonzi si dedicò alla pittura, prima con un’intonazione futurista, poi con richiami espressionistici. L’attività pittorica lo occupò almeno fino alla metà degli anni Quaranta. Dopo la guerra si impegnò nella ricerca storico-artistica, ma soprattutto nella scrittura giornalistica.
Futura Italia fu pubblicata per la prima volta nel 1930 sulle pagine dell’organo del Partito Nazionale Fascista di Pisa col titolo Futurfascista. L’opera venne poi esposta a Pisa alla II Mostra Provinciale del Sindacato Fascista delle Arti nel 1931 col nome di Futuritalia. Questo dipinto di Bellonzi vuole evocare una trasfigurazione dinamica degli oggetti, come indica il fascio littorio chiuso nell’onda tricolore; è da notare che la raffigurazione del fascio rimanda inequivocabilmente alle linee della Torre del Duomo di Pisa.