Gianni Bertini nasce nel 1922 a Pisa, dove si laurea in matematica, ma presto intraprende la carriera artistica. Dopo un inizio figurativo-espressionista, si dedica all’arte astratta con influssi neocubisti. Nel 1950 a Milano si aggrega al MAC (Movimento Arte Concreta), che raccoglie l’avanguardia astratta e informale in Italia. Nel 1965 firma il manifesto della “Mec-Art”, evidenziando le possibilità del linguaggio fotomeccanico e combinando temi a lui cari come il corpo femminile e la macchina. La sua opera mostra l’impegno formale in nome di un auspicato “ritorno alla pittura” affiancato da un forte impegno sociale. Nel 1997 firma il manifesto Retroguardia, recuperando generi pittorici più tradizionali.
Il dipinto Fiori appartiene evidentemente agli esordi giovanili di Bertini, intorno alla metà degli anni Quaranta. Lontano dagli sperimentalismi posteriori, la tela mostra, su un fondo di matrice tardoimpressionista, suggestioni espressioniste e depisisiane, attuate con pennellate sciolte e vivaci.