Giovanni Omiccioli aderì alla Scuola Romana dal 1928. Tra il 1941 e il 1945 eseguì la serie di dipinti espressionisti definita Orti. In questi stessi anni fu anche attivo politicamente in senso antifascista; nel 1945, dopo la Liberazione, fu autore insieme a Mafai, Afro e Guttuso della prima testata dell’ “Unità”, che promosse la Prima mostra dell’arte contro la barbarie. In questo periodo, trasferitosi a Ponte Milvio, dipinse il ciclo delle Periferie: per cinque anni i soggetti delle sue opere saranno le case isolate, i borghi della periferia romani e i suoi miseri abitanti. Alla fine degli anni Quaranta intraprese alcuni viaggi in Italia e all’estero per cercare nuove fonti di ispirazione.
In questo Scorcio di una città si ritrova la nitida indagine della realtà che pervade tutta la produzione di Omiccioli. Con poche pennellate il pittore ci presenta una tpica veduta romana, probabilmente risalente ai primi anni Quaranta, in cui si può riconoscere ogni edificio o albero di questo angolo di città, riportato con un’evidente attenzione al dettaglio. Nell’opera si possono riconoscere influenze delle correnti postimpressioniste e della pittura fauves, così come la vicinanza alla Scuola Romana, tuttavia emerge chiaramente la peculiarità dello stile di Omiccioli che si fonda sul suo essere autodidatta e sulla sua volontà di rappresentare il volto di Roma.