Ferruccio Pizzanelli frequentò la Scuola d’arte di Lucca e in seguito l’Accademia di Belle Arti di Firenze, in cui si diplomò orientandosi verso le arti applicate. Questa propensione lo portò nei primissimi anni del Novecento a dedicarsi alla lavorazione artistica del cuoio, affinata durante un lungo soggiorno milanese. Nel 1913 tornò a Pisa, e dal 1916 al 1924 soggiornò a Torre del Lago, entrando in contatto con l’ambiente artistico versiliese. Negli anni successivi Pizzanelli fu uno dei protagonisti principali della vita culturale pisana, organizzando mostre, inegnando pittura e dedicandosi con buoni risultati anche alla pittura su parete. La sua pittura fu essenzialmente caratterizzata da un tono figurativo, estranea alle avanguardie, ma carica di un gusto personale curioso e raffinato.
L’opera in esame è da identificare con quel Giardino Scotto che Pizzanelli presentò alla IX Sindacale Pisana del 1938. Nel primo Novecento il Giardino Scotto fu ritratto spesso dai pittori pisani (lo stesso Pizzanelli ne ha dipinto varie versioni), probabilmente affascinati da quell’atmosfera appartata grazie alle mura in laterizio, ma al tempo stesso prossima al traffico e alla vita cittadina.