Ferruccio Pizzanelli frequentò la Scuola d’arte di Lucca e in seguito l’Accademia di Belle Arti di Firenze, in cui si diplomò orientandosi verso le arti applicate. Questa propensione lo portò nei primissimi anni del Novecento a dedicarsi alla lavorazione artistica del cuoio, affinata durante un lungo soggiorno milanese. Nel 1913 tornò a Pisa, e dal 1916 al 1924 soggiornò a Torre del Lago, entrando in contatto con l’ambiente artistico versiliese. Negli anni successivi Pizzanelli fu uno dei protagonisti principali della vita culturale pisana, organizzando mostre, insegnando pittura e dedicandosi con buoni risultati anche alla pittura su parete. La sua pittura fu essenzialmente caratterizzata da un tono figurativo, estranea alle avanguardie, ma carica di un gusto personale curioso e raffinato.
Il Ritratto del figlio Leo venne presentato da Pizzanelli alla VI Mostra d’Arte del Sindacato Pisano. Il ritratto è un genere piuttosto raro nella produzione dell’artista, giocata solitamente sull’esplorazione paesaggistica, pertanto l’opera è particolarmente significativa. La cifra stilistica appare in controtendenza rispetto alla monumentalità della pittura italiana di figura di quegli anni e mostra, invece, risultati malinconici espressi nella vena introspettiva del volto del ragazzo.