Nato a Sarajevo da padre istriano e da madre boema, Pizzarello iniziò sin da piccolo a dedicarsi al disegno, assecondando una passione che incrementò soprattutto a partire dal 1923, anno del suo trasferimento a Pisa, sua nuova e definitiva patria. Qui si dedicherà totalmente all’attività pittorica, diventando ben presto una delle personalità di riferimento artistico della città, grazie anche ad una precoce ed intensa attività espositiva, che prese le mosse in abbondante anticipo sull’anno del suo diploma alla Scuola d’Arte di Lucca (1936). Divenuto nel 1940 insegnante di Disegno Architettonico presso l’Istituto Tecnico Industriale, nel 1946 fu nominato assistente di Disegno presso la facoltà d’Ingegneria. Vivace e attivo organizzatore culturale e animatore del panorama artistico locale, Pizzarello vantò frequentazioni anche al di fuori della ristretta cerchia pisana, fino ad intessere una proficua amicizia con Oskar Kokoschka.
Il carboncino raffigura le barche sull’Arno all’altezza dei bastioni della Fortezza del Sangallo, sui quali spicca la sagoma del Caffehouse distrutto nel corso dell’ultima guerra. Fa parte di una serie di vedute pisane eseguite con identica tecnica nel corso degli anni Trenta (soprattutto nel 1932-33), ma mai riunite in un portfolio e oggi conservate in varie collezioni private. Quella in oggetto venne esposta a Pisa nel 1979, e segnalata come facente parte della collezione della Cassa di Risparmio. Per un altro esemplare assai simile a questo per tecnica e taglio d’immagine, un Ponte alla fortezza, pure databile al 1933.