Ferruccio Pizzanelli frequentò la Scuola d’arte di Lucca e in seguito l’Accademia di Belle Arti di Firenze, in cui si diplomò orientandosi verso le arti applicate. Questa propensione lo portò nei primissimi anni del Novecento a dedicarsi alla lavorazione artistica del cuoio, affinata durante un lungo soggiorno milanese. Nel 1913 tornò a Pisa, e dal 1916 al 1924 soggiornò a Torre del Lago, entrando in contatto con l’ambiente artistico versiliese. Negli anni successivi Pizzanelli fu uno dei protagonisti principali della vita culturale pisana, organizzando mostre, insegnando pittura e dedicandosi con buoni risultati anche alla pittura su parete. La sua pittura fu essenzialmente caratterizzata da un tono figurativo, estranea alle avanguardie, ma carica di un gusto personale curioso e raffinato.
La ‘scoperta’ di Agnano è da ritenersi del tutto casuale. A parte questo episodio, nella pittura del Novecento è infatti possibile segnalare solo un altro caso analogo: quello del pittore danese di origine tedesca Fritz von Iyberg, che intorno al 1912 durante un soggiorno pisano dipinse tra l’altro anche “le ville” di Agnano. Il nostro dipinto, come da una scritta posta sul retro, fu composto nell’ottobre del 1943 (“Ottobre 1943 ricordo dei giorni di attesa”), che consente anche d’intuire i motivi che ne consigliarono la redazione. Quei “giorni di attesa” saranno insomma da interpretare come quelli lunghi e impauriti degli ‘sfollati’, nascosti per l’appunto in un paese che si sperava passasse inosservato ai furori della guerra, come poi però non avvenne.