Nel 1924 si diploma all’Accademia di Bologna, città dove tre anni dopo presenta la sua prima personale, mentre nel 1928 esordisce alla Biennale di Venezia, che lo ospiterà in seguito diverse volte. Presente costantemente, dal 1931 al 1972, anche alle Quadriennali romane. Dagli anni Trenta agli anni Settanta, conclusi con le grandi antologiche a Venezia e Firenze, allestisce personali e partecipa a numerose rassegne conseguendo premi e riconoscimenti. Interessato alle tematiche religiose, fin dal 1948 partecipa anche a mostre dedicate all’arte sacra. Dal 1935 inizia a praticare la tecnica dell’affresco, diventandone uno dei più significativi rappresentanti, con importanti commissioni in edifici religiosi e civili, e realizzando anche l’affresco su tela in opere da cavalletto.
Dopo un iniziale interesse verso la lezione impressionista, guardando anche a maestri antichi, per esempio recuperando impianti compositivi del classicismo seicentesco, dagli anni Quaranta si avvicina a soluzioni cubiste e inizia la ricerca di un lessico figurativo sempre più marcatamente espressionista, con una personale essenzialità e strutturazione formale. Tematicamente la sua pittura propone nature morte, ritratti, paesaggi, concentrandosi però sulla figura, soprattutto quella femminile, spesso interpretata nel tema della maternità. Le opere in Collezione mostrano due esempi di affresco da cavalletto, entrambi raffiguranti nature morte e datati entro gli anni Ottanta; la Natura morta con frutta è invece un acquerello in cui si riconosce la pittura di Saetti stesa con ampie pennellate che da sole costruiscono le forme date alle figure, a volte al limite dell’astrazione, e con il colore usato come deciso valore espressivo. L’esempio grafico riproduce invece l’iconografia tipica della maternità, qui affiancata dalla figura dell’angelo.