Luigi Gioli fu assieme al fratello Francesco uno dei protagonisti della pittura postmacchiaiola. Partecipò a tutte le più importanti occasioni espositive italiane, ma con significative aperture parigine, mantenendo intatta una salda impostazione naturalistica memore della pittura toscana di metà Ottocento, ma via via arricchita da tagli di immagnine inusitati e fotografici.
L’Albereta di pioppi appare come il tentativo riuscito di monumentalizzare un interesse per la natura che Luigi fissò in numerose prove. Risulta complicata una precisa collocazione cronologica: infatti, mentre sull’albero che domina la scena è inciso il “1893”, invece la firma è affiancata dal “99”.