La tela è copia leggermente più tarda di un celebre dipinto di Guido Reni databile al 1625-26. L’originale fu composto probabilmente in coppia con il David giovinetto del Louvre, soggetto di cui la Giuditta rappresenta da sempre il parallelo iconografico al femminile nell’espressione della virtuosa lotta contro la maschia e cieca forza fisica.
Si tratta di una buona copia piuttosto fedele al prototipo di derivazione eccetto per il paesaggio lunare accennato sullo sfondo a sinistra qui omesso. Soprattutto felice appare la resa del non semplice panneggio fortemente impostato e della opulenta ricchezza cromatica e materica che rende il personaggio biblico più che una giovinetta coraggiosa.