I lumini di San Ranieri, olio su tavola

Luminara di San Ranieri e I lumini di San Ranieri appartengono all'ultima fase della pittura di Alessandro Volpi, collocabile orientativamente a partire dalla fine degli anni '50 fino alla morte dell'artista. 

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San Rossore, olio su tavola

Per Federigo Severini, rinomatissimo ingegnere attivo a Pisa e lungo la fascia costiera della Toscana a partire dagli anni Venti del Novecento, l'attività pittorica costutuì una sorta di respiro creativo dalle cure professionali...

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Marina, olio su tavola

La tavoletta raffigura uno dei molti motivi tratti da Severini da Marina di Pisa; tuttavia, il tema qui documentato della spiaggia desolata, più che quello della città delle vacanze, costituisce una delle varianti più espressive del pittore.

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La gabbietta, olio su tela

 "Non credo di inventare niente. Semplicemente i miei occhi ‘vedono' certe cose e le vedono in un ‘certo' modo. Forse è un po' come se io traducessi delle situazioni cromatiche che mi si rivelano e che, nell'elaborarle, prendono una determinata forma e si concretizzano"

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Nella resa dell'immagine è riconoscibile qualche richiamo alle opere scultoree di Nicola Pisano, ma soprattutto alla drammaticità di quelle di suo figlio Giovanni, entrambi rappresentati esaustivamente nella Mostra della scultura pisana del Trecento, allestita nello stesso 1946 in quelli che diventeranno di lì a poco i locali del Museo Civico

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Archeologia, olio su tela

Ad una figura distesa, singolarmente avvolta dalle sue stesse braccia e gambe, schematizzata in forme semplici e quasi arcaiche, nella quale Raffaele De Grada riconosceva un esempio di "primordialismo sironiano", è affidato il compito, risolto dal Volpi in maniera abbastanza criptica, di spiegare visivamente quanto simbolicamente racchiuso nella parola "Archeologia". 

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La pittura di paesaggio rappresenta uno dei filoni nell'intera opera del Volpi. Al Volpi non mancavano riferimenti per poter apprendere un linguaggio che per lui, pittore praticamente autodidatta, non aveva una chiara ascendenza o un referente d'obbligo.

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Paesaggio, olio su tavola

La pittura di paesaggio rappresenta uno dei filoni nell'intera opera del Volpi. Al Volpi non mancavano riferimenti per poter apprendere un linguaggio che per lui, pittore praticamente autodidatta, non aveva una chiara ascendenza o un referente d'obbligo.

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Natura morta, olio su tavola

La Natura morta in questione potrebbe essere stata realizzata nel corso degli anni '50, grazie ad un possibile accostamento a dipinti di simile soggetto, fattura ed esecuzione, collocabili, quali con maggiore, quali con minore approssimazione, in quell'arco di tempo. 

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Natura morta con clessidra, tempera su tavola di compensato

Pio Semeghini si trasferì a Parigi nel 1899, dove si avvicinò al mondo degli anarchici (Faure, Sembat, Mirbeau) e intrecciò rapporti con gli Italiens de Paris (Modigliani, Soffici, Severini, de Pisis). Dal 1911 al 1914 trascorse l'estate nella laguna veneta, a Burano, stringendo un sodalizio artistico con vari giovani artisti

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