La tela si ispira direttamente al Paradiso Terrestre del veneto Jacopo Bassano, opera conservata presso la Galleria Pamphili di Roma, della quale tuttavia l’anonimo autore di questo dipinto fornisce una personale declinazione. Nel dipinto bassanesco Adamo ed Eva sono relegati nell’angolo di sinistra, mentre una serie di animali si affollano nell’angolo opposto. In questo caso invece i due progenitori, toccati dalla luce, sono al centro della composizione, affollata anch’essa in primo piano da una serie di animali. Adamo è proteso in avanti ed Eva si trova alle sue spalle rivolta verso il Dio Padre che si affaccia nella parte alta della composizione.
Come nella tela bassanesca, gli animali e soprattutto il paesaggio risultano i veri protagonisti. E proprio la resa paesistica, come l’attenzione nella descrizione degli animali, potrebbe allineare questo dipinto alle numerose prove che costellano tutto il diciassettesimo secolo e che avevano visto, sempre all’interno della bottega del Bassano, diverse variazioni sul tema, tutte però d’impianto analogo.