Le due tavole, cuspidate, lanceolate e incorniciate da ramoscelli d’alloro intagliati, dovevano essere, verisimilmente con altre cuspidi, la parte superiore di un polittico, come si può dedurre dalla presenza, in basso, di un incavo nel quale si innestava il listello di connessione con il pannello principale.
Simili, ma non identici nelle dimensioni, i dipinti, a tempera su fondo oro, raffigurano due vegli dalla lunga barba, a mezza figura, l’uno volto verso destra, l’altro verso sinistra, l’uno calvo e intento a leggere un rotulo, l’altro con libro e penna, diversi anche nell’abbigliamento (l’uno con manto rosso ricadente da una spalla e veste gialla, l’altro avvolto integralmente da un manto rosso dai risvolti gialli). Nei due dipinti sono raffigurati probabilmente un Profeta veterotestamentario e un Evangelista. Ad essi si accompagnava anche una cuspide triangolare raffigurante al centro Dio Padre, proveniente dalla stesso polittico poi smembrato, della quale poi si sono perse le tracce.
Evidenti sono i collegamenti stilistici con il trittico di Santa Maria del Ponte, specie con alcuni degli apostoli attorno alla Vergine nella Dormitio: simile la maniera spigolosa e geometrizzante, la caratterizzazione acuta e vivace.