Giuseppe Bezzuoli entrò all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1796, dove si formò e a cui rimase sempre legato, tanto da subentrare a Pietro Benvenuti nella direzione. Dopo la consacrazione arrivata negli anni venti dell’Ottocento, ricevette numerose commissioni sia pubbliche che private. Col trascorrere del tempo mutò il suo linguaggio abbandonando le istanze neoclassiche su cui si era formato per avvicinanarsi a quelle romantiche. Bisogna sottolineare che Giuseppe fu molto attento ai maestri del Seicento emiliano e soprattutto fiorentino, in particolare al Cigoli.
Una traccia importante per ricostruire la storia di questo Trasporto di Cristo si trova nell’iscrizione presemte nel dipinto stesso in basso a destra. Bezzuoli affrescò in soli diciotto giorni nel 1847 la Sepoltura di Cristo all’interno del Duomo di Pistoia; questo riferimento è un sicuro e utile ante quem per la sua datazione. Di elevata qualità, presenta una calibrata costruzione: la diagonale di luce che investe il gruppo del Cristo, sorretto da Nicodemo e Giovanni, risalta su uno sfondo scuro di grotte, illuminato soltanto da un chiarore in lontananza in cui è inserito il gruppo delle Marie. E’ innegabile una levità raffaellesca nella figura della Maddalena, nella dolcezza dei suoi tratti e delle sue movenze. Degni di nota anche gli oggetti posti in primo piano: il martello con i chiodi, la brocca, la corona di spine e la ciotola.