La rivoluzione spirituale di Wassily Kandinsky affonda in un ricordo

Nel 1889, giovane rìcercatore, si ritrovò nelle piccole case di un villaggio perso nel cuore più antico della Russia. Penetrando in quelle stanze, raccontava, “mi ritrovai circondato da ogni parte dalla Pittura: come se io stesso fossi penetrato nella Pittura”. Kandinsky aveva serbato memoria: voleva far camminare le persone dentro i suoi quadri.
La mostra che Palazzo Blu ha dedicato a Kandinsky nel 2012 ci ha portato dentro quella arcaica magia: nel padre dell’astrattismo europeo abbiamo scoperto, celato, il tesoro spirituale della Russia più profonda.
Tra richiami sciamanici e fiabe incantate abbiamo scovato l’amore di Kandinsky per un’arte pura e intatta; negli anni a Monaco e a Parigi affiorava la sua nostalgia per una Russia vagheggiata: le cupole tonde, i colori vivi; nei suoi cavalieri, azzurri e non, risuonava l’eco della lotta di San Giorgio contro un presente oscuro e per un’età dello spirito.
Tra Natura, forme e colori abbiamo trovato folgorazioni e ripensamenti: “l’arte è simile a una religione, il suo sviluppo procede per illuminazioni repentine, simili al lampo”.
Ovunque, in quella sua arte da determinarsi, fatta di sostanza sottile come la musica, abbiamo assistito al miracolo della creazione: “ogni opera nasce come è nato il cosmo”


Introduzione alla mostra

Biografia

Wassily Kandinsky (Mosca, 1866- Neuilly sur Seine, 1944) è considerato il padre dell’astrattismo europeo e uno dei più originali teorici d’arte del XX secolo (Lo spirituale nell’arte, 1911; Il cavaliere azzurro. Almanacco, con Franz Marc, 1912; Punto linea superficie, 1926).
La mostra organizzata da Palazzo Blu nel 2012, “Wassily Kandinsky. Dalla Russia all’Europa”, ne metteva in luce l’animo intimamente russo e seguiva l’evolversi della sue idee e della sua pratica artistica fino al 1921, anno in cui Kandinsky accetta l’invito di Walter Gropius di insegnare al Bauhaus e lascia definitivamente la Russia.
Formatosi come giurista,nel 1889 Kandinsky si ritrova a studiare, nell’ambito di alcune ricerche condotte per l’Università, costumi giuridici e religiosi delle popolazioni della provincia di Vologda, in Siberia, traendone una fascinazione duratura.
Abbandonata la carriera universitaria nel 1896, si dedica completamente alla pittura trasferendosi a Monaco di Baviera, dove si forma a contatto con Anton Azbé e Franz Von Stuck. Negli anni monacensi si mantengono stretti i contatti con la Russia e la sua cultura. A Murnau, dove risiede spesso dal 1908, matura la svolta che porterà alla prima composizione astratta (1910) e alla creazione, con Franz Marc, di Der Blaue Reiter (1911).
La conoscenza, in quegli anni, di Arnold Schönberg, serve da stimolo per la riflessione su musicalità, astrazione e ricerca di nuove armonie dissonanti.
Allo scoppio della guerra (1914) Kandinsky lascia Monaco e rientra in Russia; qui, dopo la Rivoluzione d’Ottobre (1917), diventa membro del Dipartimento di Arti Visive del Commissariato del Popolo lavorando per l’organizzazione di molti musei periferici. Tensioni e contrasti con i costruttivisti lo spingeranno a lasciare (1921) e ad accettare l’invito a entrare nel Bauhaus (1922) con uno stile ormai maturo e riconoscibile, che conclude il percorso vario e ricco raccontato in mostra.

© 2012, State Russian Museum, St. Petersburg