Nel 2016 Palazzo Blu ha dedicato una grande mostra a Salvador Dalí, attraverso una selezione di 150 opere ispirate alla tradizione artistica italiana.

Il titolo della mostra, Il sogno del Classico, testimonia perfettamente l’inizio di una nuova fase nella poetica di Dalí e la sua missione di salvare la pittura dal vuoto dell’arte moderna: “Inizia a disegnare e a dipingere come gli antichi maestri. Dopo potrai fare quello che vorrai: tutti ti rispetteranno.”
Dopo otto anni trascorsi negli Stati Uniti, il ritorno in Spagna, nel luglio del 1948, segna un avvicinamento alla spiritualità. Immerso nel paesaggio ascetico di Portlligat, Dalí ritrova il legame con la religione cattolica e l’arte italiana, amata e studiata durante i suoi viaggi nella penisola insieme alla moglie Gala.
Questo nuovo indirizzo, che porterà alla pubblicazione del Manifesto Mistico del 1951, è rappresentato dai dipinti: Paesaggio di Portlligat, L’Angelo di Portlligat e Sant’Elena di Portlligat.
Il percorso ci porta a scoprire, successivamente, un Dalí meno noto, che - in un sorta di proiezione autobiografica - si cimenta nell’illustrazione della Divina Commedia di Dante.
La sezione prosegue con le illustrazioni della Vita di Benvenuto Cellini, vero e proprio artista eccentrico e totale, che Dalí riconosce come precursore spirituale.
La mostra tocca il culmine con una serie di capolavori degli ultimi anni di attività dell’artista, come la malinconica Eco Geologica. Dalla Pietà di Michelangelo.
Precursore di un nuovo rinascimento, Dalí ha sempre sottolineato che nel suo nome era già indicato il suo destino: “Come indica il mio nome Salvador, io sono destinato niente meno che a salvare la pittura moderna dall’ignavia e dal caos.”   


Introduzione alla mostra

Biografia

Salvador Dalí (Figueres, 1904 – Figueres, 1989), artista totale, eccentrico e anticonvenzionale, è stato uno dei massimi esponenti del Surrealismo, un precursore del ritorno alla tradizione pittorica e un’icona dell’arte del XX secolo.
La mostra di Palazzo Blu del 2016, Il sogno del Classico, sottolineava l’importanza dell’Italia, del Rinascimento (in particolare Michelangelo) e della religione nella sua opera, a partire dalla fine degli anni Quaranta fino agli anni Ottanta.
Figlio di un notaio, fin da giovane manifesta un eccezionale talento per il disegno. Nel 1929, durante l’estate, a Cadaqués, Dalí conosce Gala (Elena Diakonova), con la quale inizia un rapporto esclusivo e simbiotico, che durerà tutta la vita. Nel 1930 Dalí e Gala si trasferiscono nella baia di Portlligat e, successivamente, si sposano con rito civile (1934). La donna stimola l’interesse dell’artista per la tradizione artistica italiana e lo incoraggia a indirizzarsi verso il classicismo. La coppia si reca in Italia, tra il 1935 e il 1938, con una certa frequenza.
Nel 1940 Dalí e Gala si trasferiscono per otto anni negli Stati Uniti, dove l’artista pubblica la prima autobiografia, La mia vita segreta (1942) e illustra la Vita di Benvenuto Cellini (1945). Nel 1948 la coppia ritorna a Portlligat e Dalí comincia la nuova fase classica, ispirandosi ai grandi temi della tradizione occidentale. Nello stesso anno viene pubblicato 50 segreti magici per dipingere, saggio in cui l’artista elogia la tradizione artistica italiana del Rinascimento.
Nel 1950 l’artista inizia ad illustrare la Divina Commedia di Dante. Nel 1951 viene pubblicato il Manifesto mistico, dove Dalí spiega la sua pittura religiosa. A Portlligat l’artista produce una serie di paesaggi, che vedono Gala nelle vesti di Madonna, angelo e santa. Nel 1958 sposa Gala in chiesa. Nel 1964 viene pubblicata la seconda autobiografia dell’artista, Diario di un genio.
L’ultimo decennio di attività dell’artista è tutto indirizzato ad un confronto serrato con i grandi artisti del Rinascimento italiano, soprattutto Michelangelo, che Dalí rielabora in un corpus di opere del 1982.