Giorgio de Chirico. Frutta con tempio


La Natura è un forte riferimento poetico nelle opere di Giorgio de Chirico, dove viene declinata sotto vari aspetti: trasmutata nelle forme rigide del periodo delle Piazze d’Italia o idealizzata nei quadri mitologici. Dagli anni Trenta in poi, l’artista indaga la Natura da un altro aspetto, come composizione di nature morte.
In “Frutta con tempio” (1957) l’atmosfera che circonda le escrescenze succose dei frutti sembra penetrare al loro interno e risvegliare la morbida vitalità degli elementi rappresentati. La pennellata pastosa e densa indugia sulle rotondità dei frutti, accentuandone la volumetrie; le formazioni nuvolose donano alla composizione un vibrante fermento interno, controbilanciato dalla solidità geometrica del tempio sulla destra e dalla pesantezza marmorea della statua sulla sinistra. Il bilanciamento delle gamme cromatiche regala alla composizione un soffio vitalistico, che a buon diritto le ha fatte chiamare “vite silenti”.
Prendendo spunto dalle diciture inglese e tedesca, De Chirico amava infatti definire queste composizione “vite silenti”: “una vita calma, senza rumori e senza movimenti, un’esistenza che si esprime per mezzo del volume, della forma, della plasticità”.
Il desiderio di essere vicini alla natura, diceva De Chirico, “ è evidentemente provocato nell’uomo da ricordi”: come se il pittore, portando alla luce la vitalità sopita della natura, volesse recuperare quanto si è lasciato alle spalle, perdonarlo come una nuova realtà atta ad accogliere gli uomini del suo tempo.