Giorgio de Chirico. La bagnante coricata e il ritorno alla grande pittura


Nell'estate del 1919 De Chirico espone a Roma, alla galleria Bragaglia. Negli stessi giorni trova ristoro a Villa Borghese: qui, impressionato dalla maestosità dell'ambiente e dalla classica bellezza degli alberi attorno, di fronte a un quadro di Tiziano, il maestro avrà la rivelazione della "grande arte" e il senso di un disallineamento con un tempo ossessionato dal bisogno di apparire originali.
Inizia, per De Chirico, un periodo di ricerca sui misteri della grande pittura: una ricerca che non lo abbandonerà più, ma che anzi si intensificherà quando nel 1931 conoscerà Isa Pakszwer Far, musa e poi moglie, alla cui intelligenza e al cui istinto pittorico De Chirico riconosce un debito enorme.
È proprio Isa a essere ritratta, nelle vesti di Alcmena, in questo bel dipinto del 1932 ispirato alle Bagnanti di Renoir. Tutto, in questo dipinto, è manifesto della "grande pittura": lo è la "pasta pittorica" (nelle parole del pittore, non la quantità di materia usata, ma la sua solidità plastica), la fusione cromatica, le trasparenze e quel centro di gravità della pittura, alla base del modellato, che è il chiaroscuro.
Mentre De Chirico si sente solo nella sua lotta contro il mercato dell'arte, in Italia come a Parigi, l'incontro con Isa-Alcmena lo fortifica nella sua convizione: "pictor classicus sum".